Pet therapy

Pet therapy

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Il termine pet therapy è stato inventato dallo psichiatra americano Boris Levinson nei primi anni 60 e significa letteralmente “ terapia dell’animale d’affezione”. Si tratta di una terapia di supporto alle cure farmacologiche che sfrutta la positività della vicinanza di un animale ad un malato. Lo psichiatra durante una seduta con un bambino autistico, si accorge che la vicinanza del suo cane lo aiuta ad interagire con lui durante le terapie ed invoglia il bambino a giocare. Levinson dimostra inoltre che la vicinanza di un animale migliora di molto l’autostima delle persone. Oggi la Pet Therapy viene praticata con l’ausilio di parecchie specie animali, in primis c’è il cane seguito dal gatto, il cavallo, il coniglio, la mucca e i delfini. Ma perché il cane é al primo posto? Perché da sempre é il migliore amico dell’uomo, è l’animale che più interagisce con l’essere umano e con il quale instaura un legame  intenso e duraturo. Il cane ha inoltre la capacità istintuale di non mettere in atto alcun meccanismo psicologico difensivo, non giudica, non rifiuta, si dona completamente e non ha nessun pregiudizio. La sua vicinanza diminuisce il battito cardiaco, calano le ansie e le paure, sa leggere il linguaggio del corpo, percepisce i diversi stati d’animo dell’uomo,ama giocare e facilita nel malato la riscoperta della vivacità e la socialità. Nella maggior parte dei casi vengono attivati interventi con persone anziane, bambini, malati psichiatrici e disabili. I cani che vengono  impiegati nella Pet Therapy  devono avere dei requisiti comportamentali ben precisi, devono essere totalmente privi di aggressività sia verso l’uomo che verso i  propri simili, devono essere molto socievoli e non spaventarsi se circondati da estranei in luoghi a loro non familiari inoltre devono possedere parametri veterinari ben precisi, per questo vengono sottoposti a periodici controlli sanitari per escludere qualsiasi tipo di malattia trasmissibile all’essere umano. Vengono preparati alla loro missione fin da cuccioli nell’allevamento di provenienza, sono scelti già dalla 8/10 settimana di vita osservando ogni cucciolo da solo, usando specifici test caratteriali le cui risposte vengono annotate e valutate. Requisito fondamentale è la relazione tra il cane e il suo conduttore, soltanto questo legame permette la  buona riuscita di un trattamento. Il conduttore è colui  che lo ha addestrato e che deve essere necessariamente presente ad ogni seduta di terapia con il malato. Le razze  canine che più facilmente si prestano per questi interventi sono il Golden Retriver, il Labrador e il Pastore Tedesco. Vengono sconsigliati invece cani di piccola taglia in quanto potrebbero facilmente stressarsi se circondati  da molte persone e soprattutto da bambini. L’Italia è il primo paese ad aver ufficializzato questo tipo di terapia. Esistono enti e associazioni sparse in tutto il territorio nazionale che tengono corsi di Dog Therapy. Realtà che operano ormai da tempo sono l Ospedale Niguarda di Milano, il Meyer di Firenze e il Salesi di Ancona.

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