HANNO appena otto settimane: sono poco più che
fagottini di pelo, eppure sono già in grado di apprendere osservando gli
adulti. Non solo quelli della loro specie – parliamo di cuccioli di cane – ma
anche gli esseri umani. È quanto appena scoperto da un’équipe di ricercatori del
Dipartimento di Etologia dell’Università di Budapest, di cui fa parte anche
l’italiana Claudia Fugazza. Gli scienziati, in
particolare, hanno studiato l’apprendimento sociale (ossia la capacità di
imparare nuove informazioni osservando il comportamento altrui) in 48 cuccioli
di cane di otto settimane, ancora non adottati da nessuno, scoprendo per
l’appunto che tale abilità è già presente in giovane età – fenomeno che ancora
non era mai stato studiato dalla comunità scientifica – e che non è riferita
solo ai conspecifici ma anche agli esseri umani. Lo studio è stato pubblicato
sulla rivista Scientific Reports di Nature.
• COME FANNO I CUCCIOLI?
“Fino a questo momento – spiega Fugazza – l’apprendimento sociale era
stato studiato solo nei cani adulti, per i quali è ormai nota la capacità di imparare sia dai loro simili che dagli esseri
umani.
Analizzare lo stesso fenomeno nei cuccioli, però, è molto più interessante, dal
momento che apprendere determinate abilità da piccoli è molto più vantaggioso,
e meno rischioso, che imparare per prove ed errori”. In generale, il fatto che
i cani siano in grado di apprendere anche da individui di un’altra specie è un
caso abbastanza singolare in natura, ed è dovuto al fatto che cani ed esseri
umani si sono evoluti insieme nel tempo.
Il tuo cane ricorda quello che fai
QUESTIONE DI SCATOLE
Per studiare la
questione, l’équipe di ricercatori ha sottoposto 48 cuccioli di otto settimane
a due diversi esperimenti di apprendimento. In particolare, ai cani veniva
mostrata una scatola contenente del cibo, che andava aperta sollevandone il
coperchio, in alcuni casi, o spostandolo lateralmente, in altri. Nel primo
esperimento, i cuccioli guardavano un cane adulto – la loro madre oppure un
individuo sconosciuto – aprire la scatola; nel secondo, i cuccioli osservavano
un essere umano sconosciuto compiere la stessa attività. Un gruppo di
controllo, infine, osservava un altro cane o un essere umano mangiare accanto
alla scatola senza aprirla: “Il gruppo di controllo”, continua Fugazza,
“serviva a escludere che l’eventuale apprendimento dei cuccioli non fosse
dovuto all’osservazione ma semplicemente a una strategia di prove ed errori
oppure alla cosiddetta facilitazione sociale, ossia al fatto che la presenza di
un individuo esterno, a prescindere dalla sua attività, aumenta la curiosità e
la velocità di un cucciolo”.
• UN APPRENDIMENTO CHE DURA NEL TEMPO
Analizzando i filmati degli esperimenti, i ricercatori hanno confermato le
proprie ipotesi. Sia i cuccioli che avevano osservato i loro conspecifici che
quelli che avevano osservato gli esseri umani imparavano ad aprire la scatola
più efficacemente rispetto a quelli del gruppo di controllo, il che indica,
effettivamente, che l’apprendimento sociale è attivo in tenera età e
soprattutto che è una dinamica che avviene anche tra specie diverse.
C’è dell’altro: “Abbiamo notato – dice ancora la ricercatrice, – che i cuccioli
imparavano più rapidamente osservando un cane sconosciuto che non la propria
madre: probabilmente, questo è dovuto al fatto che gli animali sono più
incuriositi da un individuo non familiare, il che aumenta il tempo di
attenzione (44 secondi per il cane sconosciuto, 30 secondi per la madre) e di
conseguenza il livello di apprendimento”.
L’esperimento ha mostrato, infine, che l’abilità appresa si conserva nel tempo:
anche dopo un’ora – un tempo sufficiente a confermare il coinvolgimento della memoria
a lungo termine, spiegano gli autori – i cuccioli erano ancora in grado di
aprire le scatole. I risultati dello studio potranno essere utili per
sviluppare nuovi metodi di addestramento: “Il nostro lavoro”, conclude Ádám Miklósi,
coautore dell’articolo e direttore del Dipartimento di Etologia, “suggerisce
che il metodo più semplice e naturale per insegnare ai cani a svolgere
un’attività è semplicemente quella di mostrargliela e incoraggiarli a ripeterla
Info sull'autore