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Come eliminare il cattivo odore di Fido in modo rapido ed efficace

Il pelo del tuo cane emana cattivo odore e tutta la tua casa ne risulta impregnata? Ecco cosa devi fare per eliminare e prevenire gli odori sgradevoli.

Alimentazione sbagliatamalattie e una scarsa igiene sono solo alcune delle cause che rendono il manto del cane maleodorante. L’odore sgradevole del pelo di Fido, a volte, è davvero difficile da eliminare e finisce per impregnare gli ambienti di casa, dai divani ai tappeti.

Il problema del cattivo odore emanato dal cane permane soprattutto se non si stabilisce chiaramente qual è la causa che lo determina: si finisce così con il ricorrere all’uso di soluzioni palliative, comprando magari prodotti anche parecchio costosi, senza però ottenere alcun risultato soddisfacente.

 

Ma perché si forma il cattivo odore sul mantello del cane? Può capitare che in giornate particolarmente umide, il sebo cutaneo si ossidi determinando la proliferazione di batteri che rendono maleodorante il pelo. Oppure, siccome tramite il pelo vengono espulse anche le tossine del fegato, può succedere che, a causa di un’alimentazione sbilanciata, il cane emani un odore forte e abbia il pelo visibilmente opaco.

Il cattivo odore dipende anche dalla razza: i cani a pelo duro, come i bassotti e i terrier, oppure i cani che hanno un pelo a crescita continua, come il maltese o il barboncino, producono meno odore

Invece i cani con un mantello ricco di sottopelo o con un manto oleoso producono un fortissimo odore: è il caso dei cani da pastore, da pista e da sangue come il beagle, il dalmata, i cani da cerca in acqua e i segugi. Anche l’alimentazione ha un’importanza fondamentale. Per eliminare il cattivo odore del cane, infatti, è bene seguire una dieta corretta e, in base al tipo di razza, stabilire ogni quanto necessita di essere lavato. I lavaggi non devono essere troppo frequenti perché si potrebbe alterare l’equilibrio idrolipidico della cute: in genere si consiglia di fare non più di un bagno al mese, ma ci sono razze che addirittura non possono proprio fare il bagnetto, quindi è sempre bene chiedere consiglio al veterinario.

Per eliminare il cattivo odore del cane in casa si può ricorrere a rimedi tradizionali, preparando detergenti ecologici a base di aceto di mele e bicarbonato di sodio: in particolare l’aceto di mele è indicato per eliminare l’odore di urina dalle superfici.

In ogni caso, per eliminare il cattivo odore del cane in casa, è sempre opportuno fare prevenzione, abituandosi a disinfettare periodicamente gli oggetti che sono a contatto con il cane e seguendo alcune buone abitudini. Un esempio? Strofinare il cane al rientro dalla passeggiata con un asciugamano su cui precedentemente sono state spruzzate un paio di gocce di aceto di mele

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ISTRUZIONI PER L’USO

Eliminare la fonte del cattivo odore con un panno asciutto, spruzzare il prodotto su tutta la superficie da trattare, e lasciare che il prodotto agisca in profondità dando il tempo ai microrganismi di neutralizzare le molecole della puzza. Se necessario ripetere l’operazione, eventualmente risciacquare.

 

 

 

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Perdita di pelo nel cane: quali sono le cause e i rimedi

Perdita del  pelo del cane: subito ci si domanda se si tratta di problemi di alopecia, localizzati, oppure della semplice muta. Non c’è una perdita del pelo nel cane standard, ci sono cani che ne perdono molto, come i pastori tedeschi, regolarmente, tutto l’anno, e altri loro colleghi che non lo perdono neanche a pagarglielo, a peso: i barboncini.

Più che dalla razza, però, la perdita del pelo nel cane dipende molto dal clima. Ancora di più, la salute generale del cane è uno dei maggiori fattori che influenzano questo aspetto. Anche le stagioni, e il clima, sono collegati alla perdita del pelo nel cane e, se si tratta di muta “stagionale” si parla di estate e autunno, ma il pelo perso è subito sostituito da quello nuovo. Quelli che se ne vanno, sono peli vecchi o danneggiati, spesso molti cani sviluppano strati di pelo più spessi in inverno, che vengono poi perduti in primavera. Ciò soprattutto per cani che vivono anche all’esterno.

Perdita del pelo nel cane: cause

Quella detta alopecia è una delle due principali cause e coinvolge solo il mantello. La perdita del pelo nel cane in tal caso si manifesta solo in una zona circoscritta del corpo e può trattarsi dell’avvisaglia di un grave problema ormonale o dermatologico, oppure di origine psicologica ed alimentare.

 

Altre caratteristiche e altri fattori entrano in gioco quando la perdita del pelo nel cane è uniforme ed è un fenomeno assolutamente naturale. Qui si parla di muta, in teoria di primavera e d’autunno, ma per i cani che vivono nel chiuso delle case dei padroni, in ambienti climatizzati d’estate e riscaldati d’inverno, questa fase non è una fase. La muta diventa continua, la perdita del pelo nel cane non segue più al calendario.

I ritmi delle stagioni non ci sono in un appartamento illuminato e riscaldato in modo artificiale, la “muta” viene stravolta e sostituita da una rigenerazione lenta e progressiva: la perdita del pelo nel cane si verifica nell’arco di tutto l’anno e non più a scadenze precise. Non è possibile ristabilire i ritmi naturali, si può però favorire la ricrescita, puntando anche sulla bellezza del manto, grazie ad integratori di vitamine ed amminoacidi specifici.

 

Perdita del pelo nel cane: come curarla

Si può agire su vari fronti per limitare la perdita del pelo nel cane, i principali sono quello alimentare, come spesso accade anche per noi umani, per tanti problemi di salute, e quello dell’igiene.

Agendo lato “pappa”, la perdita del pelo nel cane non si guarisce ma una dieta sana, a base di carne, è la più consigliata perché risulta più digeribile e spesso con sostanze nutrienti più facili da assorbire. L’alimentazione “normale” si può anche ritoccare con dell’olio d’oliva o di semi di lino: migliorano la struttura generale del pelo.

 

Ci sono appositi integratori alimentari di omega-3 in capsule o in polvere che possono essere comprati nei negozi per animali, oppure se ne trovano in alimenti come salmone, tonno o altri pesci, e nella pelle del pesce. Stando ovviamente attenti che sia priva di lische che potrebbero scheggiarsi in gola e causare soffocamento.

Altre integrazioni utili per contrastare la perdita del pelo nel cane sono il lievito di birra in panetto, uno da dosare nel cibo ogni tre giorni, mentre l’aceto di mele e il tea tree oil non sono da infilargli nel piatto bensì da spazzolargli sul pelo, diluiti in acqua, per profumarlo, disinfettarlo e “lucidarlo”.

 

 

Un altro aspetto su cui si può agire in ambito domestico per arginare la perdita del pelo nel cane è quello della toelettatura. A partire dagli attrezzi. Le spazzole con le setole, come quasi quelle umane, sono le migliori per le razze canine a pelo corto e liscio, come molti Terriers, Carlini e Levrieri. Per i Retrievers, i Cocker Spaniel e i San Bernardo e tutti i loro colleghi a pelo medio o riccio, ci sono i cardatori, con minuscoli perni metallici fitti e corti. I pettini sono i più adatti per le razze canine col pelo lungo e il sottopelo spesso, come i Collie, i Pastori Tedeschi e i Chow Chow. In generale, i denti sono più o meno fitti a seconda della quantità di pelo e sottopelo sviluppate da ogni razza e cane.

Spazzola a parte, ma essenziale, ciascuno la sua, per la perdita del pelo nel cane è necessario imporsi di fare dei bagni regolari all’animale. Ciò incoraggia la caduta dei peli: la pelle del cane tenuta idratata, non si deve esagerare però, e in inverno, meglio asciugarlo con un phon, tenendo la temperatura fresca, e prima tamponarlo con un panno.

Fatto tutto ciò, oltre agli eventuali farmaci che il veterinario ci ha prescritto, se il pelo del cane continua a cadere, può essere affetto da una patologia non diagnosticata, come allergie cutanee, infezioni o parassiti. E’ bene osservare anche se si lecca spesso o costantemente le zampe o il muso: la perdita di pelo nel cane può essere un segno di un problema di salute più grande.

 

 

Perdita del pelo nel cane: alcune patologie correlate

 

Tra le malattie che provocano, tra i vari o unici sintomi, la perdita del pelo nel cane, c’è la dermatite per allergia alle punture delle pulci. Ne basta una di puntura e il cane che ne soffre comincia ad esser preda di crisi di leccatura e di grattatura frenetiche, talvolta fino al sangue. La perdita di pelo è spesso localizzata nelle cosce o nel fondoschiena.

C’è anche la tigna, legata allo sviluppo di un fungo microscopico nella guaina del pelo: provoca delle zone depilate di forma rotonda a livello della testa, della schiena, delle cosce, ma raramente dei pruriti. La tigna è una malattia molto contagiosa per gli altri animali ed in alcuni casi anche per l’uomo.

La rogna rossa (demodicosi), invece, è una malattia da acaro, colpisce generalmente gli animali deboli, inizia con delle depilazioni localizzate ma non provoca prurito. Numerosi parassiti cutanei sono all’origine della perdita del pelo nel cane di tipo secondario, in seguito a forti pruriti. Sempre legate alla presenza di acari anche la scabbia, che colpisce a livello delle orecchie, dei fianchi, dei gomiti e delle cosce, e la cheyletiellosi, che provoca delle pellicole e delle perdite di pelo.

Fonte: https://www.ideegreen.it

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Malassezia nel cane: sintomi, diagnosi e trattamento

FotoLa Malassezia nel cane è un lievito (fungo) che si trova in alcune zone della pelle del cane. Di solito la loro presenza non produce alcun sintomo e non desta motivo di preoccupazione. Tuttavia, in alcuni casi, Malassezia pachydermatis può propagarsi e riprodursi in grandi quantità e causare alcune malattie.

I sintomi della Malassezia nei cani

La malassezia può apparire nelle zone del collo, dita, ascelle, sacche anali, vagina o nel canale uditivo del cane.
I suoi sintomi sono:

  • Dermatite
  • Irritazione della pelle
  • Alopecia
  • Pelle squamosa
  • Arrossamento delle zone colpite
  • Prurito
  • Infezioni dell’orecchio (otite nel cane)
  • Macchie sulla pelle (iperpigmentazione) e ispessimento epidermico (nei casi cronici).

La dermatite da Malassezia può verificarsi nei cani di tutte le razze ed età, anche se alcune razze sono più inclini di altre, tra cui: Cocker Spaniel, Shih Tzu, Maltese, Pastore tedesco, Basset Hound, Barboncino, Chihuahua, Lhasa Apso.

La Malassezia nei cani è contagiosa?

La malassezia del cane non è contagiosa per le persone. Infatti, si tratta di un fungo che “approfitta” di determinate condizioni per crescere.

La dermatite da malassezia di solito si verifica nei mesi più piovosi e può durare tutto l’inverno. Qualsiasi malattia ereditaria o infettiva che indebolisce la pelle del cane e il suo sistema immunitario possono potenzialmente favorire l’infezione .

Ad esempio, i cani affetti da dermatite batterica (infezione della pelle), seborrea, allergie alla pelle, sono maggiormente a rischio. Inoltre, i livelli di sebo (olio pelle) o di cerume nelle orecchie possono portare a infezioni.

Infine, anche l’uso prolungato di alcuni farmaci, come i glucocorticoidi o antibiotici possono predisporre il vostro cane a infezioni di Malassezia.

Diagnosi di Malassezia nel cane

Il modo migliore per diagnosticare la Malassezia è sottoporre il cane ad un esame fisico e ad un esame del sangue e delle urine completi.

Ci sono anche alcuni test specifici, come la coltura del microrganismo responsabile e l’analisi citologica di un piccolo campione di tessuto cutaneo.

Trattamento della Malassezia nei cani

Il trattamento canino per l’infezione da malassezia può essere topico, orale o una combinazione di entrambi, e viene valutato in base alla gravità e alle condizioni di salute del cane.

TRATTAMENTO TOPICO
Utilizzare shampoo per rimuovere il grasso dalla pelle, dal momento che molti cani sono inclini ad avere una pelle grassa. Dopo aver sciacquato il cane dal primo shampoo, è necessario utilizzare uno shampoo antimicotico contenente clorexidinamiconazolo o ketoconazolo.

Per essere efficace, il trattamento topico deve essere ripetuto ogni 3 o 5 giorni da 2 a 12 settimane. Se l’infezione ha causato macchie sulla pelle, sarebbe opportuno usare una crema a base di miconazolo e applicarla sulla zona interessata due volte al giorno per alcune settimane.

TRATTAMENTO ORALE
Nei casi più gravi, nelle forme croniche o persistenti, viene consigliato un trattamento orale anti fungino.

Molti cani con dermatiti possono sviluppare anche un’infezione batterica della pelle (piodermite) e richiedono antibiotici per curare queste infezioni, di solito per due / quattro settimane.

I farmaci anti fungini orali tra cui ketoconazolo, itraconazolo e fluconazolo sono efficaci se somministrati per lunghi periodi.

Conclusione

La malassezia è un fungo comune che si trova in quasi tutti i cani. Le loro infezioni sono quasi sempre associate a una condizione di base, ed i sintomi includono forte prurito, quindi potrebbe essere mal diagnosticata o associata a un’allergia cutanea.

Questa malattia può essere facilmente diagnosticata e il trattamento in genere è curativo nel 98% dei casi.

E’ importantissimo  e fondamentale ,affinche’ la malattia non si manifesti di nuovo, affiancare alle cure famacologiche , una buona alimentazione naturale priva di conservanti e additivi che e’ alla base della prevenzione per qualsiasi altra malattia , ed un’integrazione  che ristabiliscano un equilibrio del sistema immunitario, solo cosi si raggiunge la piena guarigione.

Questa malattia può essere facilmente diagnosticata e il trattamento in genere è curativo nel 98% dei casi.

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine

illustrativo e non sostituiscono il parere medico.

 

FONTE: https://www.mondopets.it

L’INSUFFICIENZA RENALE NEL CANE

 Prefazione

Quando avvertiamo un piccolo dolore siamo subito pronti a rivolgerci al medico che, valutando ciò che gli diremo e visitandoci, sarà in grado di diagnosticare il nostro disturbo. In campo medico la facoltà della parola è davvero importante. Purtroppo i nostri amici a quattro zampe non hanno questa capacità comunicativa e quindi proviamo un certo senso di impotenza quando intuiamo che non stanno bene, ma non siamo in grado di capire il loro disturbo. Questo articolo è stato preparato per aiutarci a capire quando il nostro cane soffre di un disturbo serio che può compromettere la sua salute in modo irrimediabile.

Insufficienza renale cane : CAUSE

L’insufficienza renale nel cane è una patologia che si sviluppa sopratutto a causa della presenza di mangimi lavorati dalle industrie insieme ad attivi chimici.

Questi additivi, che non vengono digeriti dal cane nella maniera dovuta, sommergono il suo organismo di sostanze tossiche. Tutte queste sostanze vanno poi ad accumularsi nei reni dell’animale, ostacolandone l’ottimale funzionamento.

Le cause possono essere anche altre, come ad esempio l’impiego di insetticidi nocivi o l’abuso di farmaci.

COSA ACCADE AI RENI ?

In pratica i reni non lavorano più, non essendo più in grado di filtrare le sostanze di scarto. Di conseguenza si viene a creare un’alterazione in quella che è la composizione dei liquidi organici, in particolar modo del sangue.

L’alimentazione per cani affetti da insufficienza renale cronica deve essere ricca di acidi grassi omega tre e di amminoacidi.

Da un punto di vista medico avviene un impoverimento del sangue, che vedrà una forte diminuzione di elettroliti (si tratta di sodio e potassio), con conseguente aumento di sostanze dette azotate e di scarto. Queste sostanze in condizioni normali sarebbero eliminate attraverso le urine (come urea e creatinina).

Non essendo i reni più in grado di filtrare e concentrare le urine, queste risulteranno molto più abbondanti e frequenti.

Per compensare la perdita di liquidi il cane tenderà a bere più del solito.

Questo comportamento potrebbe aiutarci ad avvertire l’insufficienza renale nel nostro cane.

 

IL RUOLO DEI RENI

I reni, negli animali come anche negli esseri umani, hanno un ruolo di vitale importanza.

Nel caso iniziassero a non funzionare dovutamente verrebbero meno alla loro funzione di drenaggio.

Con tale disfunzione i reni eliminerebbero solo l’acqua trattenendo nell’organismo le sostanze tossiche che inevitabilmente finirebbero nel circolo sanguigno.

L’insufficienza renale nel cane può assumere due forme, una detta “acuta” (IRA) e una detta “cronica” (IRC).

In pratica nella forma acuta i reni smettono in modo abbastanza repentino di funzionare, causando quello che viene comunemente chiamato blocco renale.

E’ più facile da diagnosticare perché il cane ridurrà drasticamente la produzione di urina.

La forma cronica invece è più difficile da diagnosticare perché si manifesta in maniera progressiva. Quest’ultima forma di insufficienza porta il cane all’uremia, la condizione di presenza nel sangue di urea e altri prodotti di scarto.

Le conseguenze sull’organismo sono gravissime, potendo arrivare a creare problemi di anoressia, nausea, prurito, e blocco totale delle vie urinarie nella fase terminale.

 

Insufficienza renale cane : SINTOMI

Non è facile capire in anticipo se il nostro cane soffre di questo disturbo.

L’elenco che segue darà un’idea di alcuni indicazioni o segnali che potremmo notare.

  •  dimagrimento
  • aumento nella frequenza urinaria
  • eccessiva sete
  • forte stanchezza e apatia
  • mancanza di appetito
  • alito cattivo con odore di urina

ECCO COME DIAGNOSTICARE IL DISTURBO

Per avere la certezza che Fido soffra di un disturbo renale sono indispensabili diagnosi di laboratorio.

Si procederà con un esame del sangue e con l’esame delle urine. In alcuni casi potranno essere necessarie anche radiografia e ecografia.

LA TERAPIA

In primo luogo si dovranno attuare delle strategie alimentari diverse da quelle a cui è abituato l’animale.

Niente sodio, pochi fosfati e poche proteine. Queste ultime non saranno eliminate del tutto perché un cane resta comunque un carnivoro.

La carne servita come pasto dovrebbe essere fresca e di buona qualità, meglio se cruda, al fine di risultare maggiormente digeribile.

Va limitato il pesce, perché ha un alto contenuto di fosforo.

Volendo si potrebbero aggiungere alla carne dei cereali come farro o riso (purché in quantità ridotte), oppure verdure come zucchine e carote.

Per quanto riguarda gli integratori, che in alcuni casi possono rivelarsi utili fate riferimento al vostro veterinario di fiducia.

In commercio potrete trovare alimenti terapeutici per cani con problemi di insufficienza renale.

Tali prodotti non sono sempre adatti, quindi l’invito è sempre quello di stabilire una dieta con l’aiuto del proprio veterinario.

Un’alimentazione sana può aiutare il nostro amico fedele a stare meglio, rallentando lo svilupparsi della malattia.

Se il vostro cane è affetto da un disturbo renale non perdete le speranze, ci sono cani che grazie alle amorevoli cure dei loro padroni riescono a vivere una vita serena a dispetto della malattia.

In conclusione, è vero che i cani non parlano, ma se siamo attenti ai loro comportamenti possiamo capire il problema che hanno e dare tutto l’aiuto necessario .

Alimento naturale Barf, aiuta a supportare la funzionalità renale in caso di insufficienza  cronica o temporanea. E’ un alimento dietetico completo con bassa concentrazione di fosforo e un ridotto apporto di proteine ma di elevata qualità e tollerabilità.

Il Barf Renal è un prodotto naturale NON contiene additivi o conservanti chimici che non vengono digeriti dal cane nella maniera dovuta, queste sostanze vanno ad accumularsi nei reni dell’animale ostacolandone l’ottimale funzionamento. Prodotto adatto anche per gatti adulti.

INGREDIENTI

Carne di vitello (polpa magra), Albume in polvere, Farina di riso,  FOS (fruttoligosaccaridi da polpa di cicoria), Olio di salmone, Acqua

USO  E DOSI

Alimentare il cane con una quantità di cibo pari al 3 % del suo peso corporeo, si consiglia di somministrarlo in 2 volte al giorno .

Dieta Barf nel Gatto

L’idea della dieta BARF per gatti è far seguire all’animale un’alimentazione il più simile possibile a quella che seguirebbe se vivesse libero, quindi è basata su carne cruda, ossa, viscere e una piccola porzione di vegetali crudi. Mangiando in questo modo, il gatto avrà tutto ciò di cui ha bisogno per essere sano e crescere senza problemi. Inoltre, grazie a questo tipo di dieta, si evitano gli effetti negativi dei cibi processati, come l’assunzione di sostanze chimiche e farine o lo sviluppo di allergie e intolleranze. Inoltre, in questo modo, è possibile evitare l’obesità.

Dopo che Billinghurst pubblicò la sua teoria, molti veterinari, ricercatori e, con il tempo, anche sostenitori di uno stile di vita organico, hanno deciso di far seguire la dieta BARF ai propri gatti, promuovendo e diffondendo questo modo naturale per dare da mangiare agli animali perché più naturale e adatto.

 

Perché difendere la dieta BARF?

La filosofia che giace dietro a questo tipo di alimentazione per il gatto si rifà al fatto che la struttura del gatto è la stessa di sempre, anche se è stato addomesticato. È per questo motivo che lo stomaco del gatto assimila ed elabora meglio le proteine piuttosto che i carboidrati, componente di cui è ricco il cibo lavorato.

Inoltre, le sostanze chimiche e i grassi contenuti nel cibo lavorato possono essere causa di alcune malattie nei gatti, come pancreatite e calcoli renali, casi in cui si consiglia di apportare dei cambiamenti nell’alimentazione del gatto. In questo caso, la dieta BARF è un’ottima opzione.

 

Come elaborare una dieta BARF per gatti?

Fra il 60 e l’80% del cibo del gatto deve essere composto da carne cruda, pollo o tacchino, con ali, collo, ecc. Sono il 10% deve essere costituito da verdure crude grattugiate come carote, sedano e zucchine e alcuni frutti. Ricorda che c’è della frutta e verdura adatta ai gatti, mentre altri tipi possono risultare tossici per cui non darglieli mai per evitare intossicazioni e spiacevoli incidenti.

Inoltre è necessario aggiungere fra un 15 e un 20% di carne di agnello, anatra o coniglio per esempio un paio di volte a settimana; pesce e interiora (cuore, fegato, reni, ad esempio) una volta a settimana; circa 5 uova a settimana e alcuni integratori di vitamine se il veterinario lo ritiene opportuno. Fra gli integratori necessari indubbiamente c’è la taurina, componente essenziale per la dieta del gatto che deve prendere tutti i giorni. L’idea è mischiare tutti gli ingredienti senza cuocerli e dare al gatto circa due porzioni al giorno. Se si tratta di un gattino, invece, i pasti dovranno essere quattro.

Evita la carne cruda di maiale, le piante crocifere e un eccesso di amidi, farine e cereali. Il pesce deve essere congelato prima di essere usato per uccidere eventuali batteri. Se si vuole si può adottare la stessa misura anche con il resto degli alimenti di origine animale. Le ossa devono essere sempre crude e con un po’ di carne perché da cotte possono rompersi e far soffocare l’animale.

 

Esempio di dieta BARF per gatti

Se vuoi iniziare a far seguire una dieta BARF al gatto, di seguito ti indichiamo quali sono le dosi esatte:

  • 1/2 chilo di carne di pollo o tacchino, fra petto, ali, ecc.
  • 400 grammi di cuore di bovino, pollo o agnello
  • 200 grammi di fegato di pollo
  • 300 grammi di verdure grattugiate (zucchine, carote e zucca)
  • 1 uovo
  • olio di pesce

Preparazione della dieta BARF per gatti

Trita bene la carne e le ossa. Puoi farlo in casa o farlo fare quando compri la carne. Metti tutto in un recipiente e aggiungi il cuore, le verdure e l’uovo. Mischia bene in modo che la carne e i vari ingredienti si amalgamino. Puoi aggiungere dell’olio di pesce, fonte di omega 3 prestando attenzione al peso del gatto per stabilire le dosi. Ad esempio puoi usare l’olio di salmone.

Fai delle porzioni che corrispondono a ciascun pasto e metti in congelatore. La sera prima scongela le porzioni del giorno successivo in modo da darle al gatto a temperatura ambiente. In questo modo potrai variare gli ingredienti, usando, ad esempio, pesce al posto del fegato. Se non hai il cuore a disposizione, aggiungi un integratore di taurina. Alterna anche le verdure usate.

Se preferisci usare gli integratori di taurina, puoi aggiungerla direttamente nella ciotola quando dai da mangiare al micio per evitare l’ossidazione degli ingredienti e sia più facile calcolare la quantità necessaria a seconda del peso dell’animale.

Non usare nessun tipo di condimento, compresi sale, olio, salse, aglio, cipolla o porri. Il gatto non ha bisogno di questi alimenti e, inoltre, potrebbero essere tossici.

 

Benefici della dieta BARF per i gatti

I benefici della dieta BARF per gatti sono diversi ed è importante conoscerli se stai pensando di cambiare la dieta del tuo amico a quattro zampe. Di seguito ti elenchiamo ii più evidenti:

  • Il gatto seguirà un’alimentazione naturale, simile a quella dei felini selvaggi, ricca delle sostanze nutritive di cui ha bisogno (proteine, taurina, grassi, vitamine e amminoacidi) e priva degli effetti negativi che può avere il cibo elaborato a causa delle sostanze chimiche, i conservanti e la percentuale elevata di farina e cereali.
  • Si evitano problemi come sovrappeso, obesitàe pigrizia.
  • Il pelo sarà più brillante.
  • Le articolazioni saranno più sane, meno predisposte alle malattie.
  • Senza carboidrati le feci non saranno maleodoranti.
  • Il gatto sarà più attivo.
  • Il cibo crudo contiene grandi quantità d’acqua, per cui non preoccuparti se il gatto bene di meno.

Se vuoi far seguire al tuo gatto la dieta BARF, consulta il veterinario per sapere le porzioni esatte e gli integratori di cui ha

Bisogno.

 

FONTE: www.animalpedia.it/dieta-barf-per-gatti-1397.html

DIETA BARF: GUIDA PRATICA PER L’ALIMENTAZIONE

Non è possibile preparare un programma alimentare che soddisfi le necessità di ogni singolo soggetto perché ogni cane è diverso, sarete voi a dover osservare con attenzione il vostro animale e se necessario adattare la dieta alle sue esigenze. Non c’è la necessità di dover somministrare a ogni pasto tutte le sostanze nutritive. L’equilibrio si raggiunge nell’arco di tempo di molte settimane come del resto accade in natura.

La cosa fondamentale è che il cane mangi in maniera variata. I problemi si vedono più spesso in animali nutriti con un’alimentazione sempre uguale, ad esempio solo carne di pollo oppure carote come unica fonte vegetale.  Il passaggio alla Barf deve avvenire in modo netto, si dovrebbe fare il digiuno al posto dell’ultimo pasto di crocchette e iniziare con il crudo.

Per i cani adulti con una normale attività fisica i nutrizionisti consigliano una quantità’ di cibo pari al 2% del peso corporeo, può arrivare al 4% in base al tipo di vita dell’animale. Di questo 2-4%, circa 80% deve essere di origine animale (carne, ossa polpose, trippa, frattaglie) e circa il 20% di origine vegetale (verdura, frutta.)

Una volta la settimana bisognerebbe alimentarli senza carne, e senza ossa somministrando soltanto frutta e verdura o addirittura fare un giorno di digiuno. Se il cane tollera male il digiuno, basta rinunciare alla carne una volta alla settimana come detto in precedenza.

Si dovrebbe iniziare somministrando al cane un solo tipo di proteina, ad esempio tacchino o coniglio o agnello, per una settimana senza aggiungere verdura. Trascorso questo tempo e se il cane non mostra segni d’intolleranza si aggiunge la trippa verde e si continua per qualche altro giorno, di seguito le ossa polpose, le frattaglie e infine la verdura. Possiamo dire che nell’arco di un mese, il cane dovrebbe aver inserito ogni cosa nella sua nuova alimentazione.

In aiuto di quei proprietari che non hanno tempo di preparare la ciotola barf con i vari ingredienti la Ditta BarfItalia.it  ha formulato dei prodotti  già completi di ogni elemento nella giusta misura. Per iniziare ad esempio come spiegato sopra, si consiglia il macinato di agnello privo di ossa quindi una proteina di facile digestione, a seguire si può far uso del Barf Best, un altro prodotto contenente agnello e trippa verde, quindi come secondo ingrediente da inserire la trippa verde è perfetta, per arrivare infine al prodotto completo che contiene anche ossa macinate e frattaglie, questo da acquistare quando il cane ha già trascorso il periodo di adattamento alla proteina iniziale. Ci sono però anche prodotti singoli e interi, per quei proprietari che preferiscono invece comporre le ciotole con ogni singolo elemento, come ad esempio i colli di tacchino interi o di pollo, le polpe senza ossa, la trippa verde macinata o intera, le quaglie, da non dimenticare il pesce ricco di omega 3. Beh che dire, non avete più scuse armatevi di coraggio e iniziate, il vostro amico ve ne sarà grato.

Prima di iniziare si consiglia la lettura dei manuali di alimentazione naturale che trovate nel sito.

LO STAFF.

Le allergie nel cane

Anche gli animali soffrono di allergie ed è importante capire cosa disturba il loro organismo per salvaguardare la loro salute e, talvolta, la loro vita. L’allergia consiste in una reazione negativa del sistema immunitario, rispetto ad un agente esterno, solitamente innocuo ma individuato come nemico.
Si può trattare di un alimento, come di una sostanza dispersa nell’aria (i pollini) o la puntura di un insetto. È importante dunque prestare attenzione ai sintomi e all’ambiente circostante quando questi si manifestano.

Quali sono i sintomi dell’allergia negli animali?

Si manifestano con lacrimazione degli occhi e/o difficoltà respiratorie, prurito e desquamazione della cute, naso gocciolante e starnuti. Oppure vomito e diarrea. Anche nei gatti possono inoltre sussistere delle malattie autoimmuni, seppur rare, ovvero la reazione del sistema immunitario contro alcune cellule dello stesso animale.

Per poter aiutare l’animale in modo efficace è necessario eseguire una visita clinica approfondita, in quanto le terapie da prescrivere variano notevolmente in base alle cause individuate. A seconda della malattia concomitante, potrebbe essere sufficiente sottoporre il paziente a un trattamento dei parassiti per eliminare il prurito. In altri casi, è necessaria la somministrazione di farmaci per un periodo di tempo più lungo per migliorare lo stato di salute e la qualità di vita dell’animale.

L’atto del grattarsi se protratto può causare un danno cutaneo.

Con esami specifici, il tuo veterinario può accertare la malattia.

Allergie: per saperne di più

L’allergia alimentare

Possono sviluppare allergia ad alcuni alimenti o sostanze in essi contenute. I più frequenti: pollo, il pesce, il mais, il grano e la soia. In genere si evidenzia con una eruzione cutanea localizzata sulla testa, sul collo e la schiena tutta, con correlato ed intenso prurito. A volte sono coinvolte anche le orecchie e possono gonfiarsi gli occhi. Non di rado si assiste anche ad una intensa perdita di pelo.

La dermatite atopica

Quando si parla di dermatite atopica ci si riferisce ad una condizione patologica della pelle causata dalla inalazione di alcuni allergeni liberi nell’aria (come i pollini, la polvere o le muffe). Spesso è stagionale ed i sintomi non sono sempre eguali. Comprendono comunque un prurito localizzato alla testa e al collo, eruzioni cutanee di vario genere sulla schiena e la perdita di pelo simmetrica provocata

 

dall’eccessivo e continuo leccarsi e grattarsi. Chiaramente la dermatite atopica è difficile da distinguere dalle altre” malattie cutanee allergiche, come quelle provocate dalla puntura di un insetto o parassita, da allergia alimentare o da contatto.

 

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