Con l’arrivo della stagione calda si ripresenta a chi convive con un cane o un gatto l’eterno problema dell’uso di un prodotto antiparassitario che sia efficace e non pericoloso per l’amico a quattro zampe. Pulci, zecche, acari, ma anche insetti volanti che veicolano malattie temibili come la leishmaniosi o la filariosi cardiopolmonare sono la ragione principale per proteggere l’animale di casa e, spesso, per sfuggire anche alla infestazione da parte di questi insetti delle pareti domestiche. Non dimentichiamo poi che pulci e zecche devono essere controllati non solo per il fastidio che provocano alla bestiola (prurito, grattamento, dermatiti allergiche), ma anche e soprattutto per la loro capacità di trasmettere numerose patologie, come per esempio l’ehrlichiosi caratterizzata da sintomatologia spesso vaga e non specifica (febbre, abbattimento, dolori articolari) e quindi non facilmente diagnosticabile in prima battuta. Proprio sul versante della prevenzione dei problemi derivati da questi insetti da qualche anno a questa parte si sta affermando l’uso , oltre al normale prodotto antiparassitario a base di sostanze chimiche repellenti , di combinazioni specifiche di sostanze naturali in grado di tenere sotto controllo i parassiti esterni specifici del cane e del gatto.
Gli antiparassitari naturali per cani e gatti sono solitamente a base di olio di Neem, uno dei più potenti repellenti contro gli insetti che ci arrivano dalla natura, non è un olio essenziale, ma un prodotto comunque totalmente naturale estratto da una pianta denominata Azadirachta Indica, originaria dell’India e della Birmania. Questo olio, ricco di antiossidanti naturali, esplica una fortissima azione antibatterica, antivirale e repellente soprattutto nei confronti di moscerini pungitori, zanzare e zecche. A questo principio attivo, si associano di volta in volta altri olii essenziali come quello di astragalo, echinacea, menta, citronella, eucalipto, l’olio di lavanda e quello di zenzero, il tea tree e altri ancora”. La maggior parte degli olii essenziali ha un efficace effetto repellente nei confronti dei parassiti esterni degli animali. Sostanzialmente, infatti, queste componenti rendono “sgradita” la pelle del quattrozampe agli insetti nocivi che ne evitano accuratamente l’avvicinamento.
ECONEEM SCUDO è una soluzione antiparassitaria naturale per applicazione topica cutanea, una combinazione di 3 olii essenziali abbinati per avere una funzione sinergica.
Anche se ai cani piace masticarlo a lungo, solitamente viene usato per mantenere occupato il cane e per la pulizia dei denti.
Ma in realtà l’Osso di Bufalo per Cani è davvero pericoloso: infatti per diventare tale deve subire una serie di procedimenti industriali estremamente nocivi per la salute
Normalmente i rivenditori fanno credere al consumatore che si tratti di un pezzo di carne disidratata ed essiccata sottoprodotto dell’industria bovina. E’ invece l’Osso di Bufalo per CANI è una derivazione dell’industria di pellame.. lo stesso tipo di fabbrica che produce pelle per abbigliamento, borse, divani etc.
Per la precisione viene usata la parte interna della pelle per produrre i famigerati ossi per cani:
Per prima cosa le pelli dei bovini vengono inviate alle concerie per essere trattate con un bagno chimico per prevenirne il deterioramento e la putrefazione
Successivamente vengono trattate con una soluzione di cenere o una ricetta con sodio solfuro calcinato (altamente tossico) che ha l’azione di eliminare i peli e il grasso che ricoprono le pelli
Le pelli vengono ulteriormente trattate con sostanza chimiche per renderle più morbide in modo da poter essere arrotolate
La parte esterna viene usata per: abbigliamento, scarpe, divani, borse etc..; mentre la parte interna viene usate per produrre oltre alle OSSA per CANI, anche cosmetici, colla e gelatina
Una volta divise le due parti, quella interna viene trattata con una soluzione di perossido di idrogeno e/o candeggina (ma a volte vengono usate ulteriori sostanze chimiche tossiche) per eliminare l’odore della pelle
Adesso che la pelle è stata sbiancata si passa alla fase di colorazione durante la quale il prodotto viene affumicato, colorato e addizionato con additivi, artificiali, per dare sapore
Alcuni tipi vengono verniciati con ossido di titanio per farli apparire più bianchi e sono i più pericolosi.. e i più venduti.
Adesso che sono pronte le ossa si passa alla fase di conservazione.
Osso di Bufalo per CANI
Chiunque avrà sicuramente notato che questi ossi durano in eterno.. ma come è possibile?
Vengono cosparsi con dei prodotti, ovviamente tossici, che aiutano a mantenere il prodotto inalterato e poi, usando della colla, viene arrotolato su stesso per dare le varie forme di osso, di corda arrotolata, di sigaro etc.
Infatti se il cane mastica un pezzetto ma poi se si stanca e posa l’osso, non avverrà nello snack nessun tipo di deterioramento organico.
La presenza di piombo, arsenico, mercurio, sali di cromo, formaldeide e altre sostanze chimiche tossiche sono state rilevate nelle pelli grezze e aiutano a mantenerlo inalterato.
Quindi qualsiasi colla venga utilizzata va bene e attecchirà. Il foglio alla fine, viene spalmato di colla e arrotolato su stesso dando la forma di osso o di corda annodata.
Sono stati testati alcuni prodotti contenuti nell’Osso di Bufalo per CANI che hanno ovviamente rilevato la presenza di sostanze cancerogene con effetti letali in alte dosi
Un’indagine di Humane Society International, ha dichiarato: “In una scena particolarmente macabra, abbiamo visto le pelli di cani brutalmente macellate in Thailandia, venire mescolate con altri pezzi di pelle per produrre giocattoli di masticazione del pellame greggio per cani di proprietà. Gli investigatori hanno dichiarato che questi giocattoli da masticare, sono regolarmente esportati e venduti in tutti i negozi.”
Osso di Bufalo per CANI
Va inoltre ricordato che se il vostro cane ingerisce grandi pezzi di pellame greggio, questo può rimanere bloccato nell’esofago o in altre parti del tratto digerente, tanto che a volte è necessario l’ intervento di chirurgia addominale per rimuoverlo dallo stomaco o dall’intestino. Se non si risolve il problema per tempo si potrebbe arrivare alla morte del cane.
A proposito dell’ Osso di Bufalo per Cani.. un noto veterinario il Dott. Karen Becker spiega:
“Quando il cane inizia a masticare l’osso, dapprima è molto duro, ma quando continua a lungo, la parte masticata diventa più morbida e alla fine lui può staccare un pezzetto dell’estremità e il masticare assume la consistenza di un viscido pezzo simile ad una caramella gommosa o ad una gomma da masticare. E da quel momento, il vostro cane non può smettere di masticare e diventa quasi una droga.
A questo punto, non esiste più alcun beneficio dentale nel masticare, perché ha trasformato la pelle in una sostanza molle e appiccicosa che diventa un pericolo di ostruzione intestinale o di soffocamento.”
Osso di Bufalo per CANI
E’ importante far sapere a tutti che tipo di prodotti per CANI si trovano sugli scaffali dei pet shop, perché se la gente conoscesse le verità su come vengono prodotti gli alimenti per animali, farebbe sicuramente una scelta migliore.
Un’alternativa migliore? Guarda questa sezione essiccati naturali
(Fonte: di S. Giannetti www.gattocicovablog.it)
HANNO appena otto settimane: sono poco più che
fagottini di pelo, eppure sono già in grado di apprendere osservando gli
adulti. Non solo quelli della loro specie – parliamo di cuccioli di cane – ma
anche gli esseri umani. È quanto appena scoperto da un’équipe di ricercatori del
Dipartimento di Etologia dell’Università di Budapest, di cui fa parte anche
l’italiana Claudia Fugazza. Gli scienziati, in
particolare, hanno studiato l’apprendimento sociale (ossia la capacità di
imparare nuove informazioni osservando il comportamento altrui) in 48 cuccioli
di cane di otto settimane, ancora non adottati da nessuno, scoprendo per
l’appunto che tale abilità è già presente in giovane età – fenomeno che ancora
non era mai stato studiato dalla comunità scientifica – e che non è riferita
solo ai conspecifici ma anche agli esseri umani. Lo studio è stato pubblicato
sulla rivista Scientific Reports di Nature.
• COME FANNO I CUCCIOLI?
“Fino a questo momento – spiega Fugazza – l’apprendimento sociale era
stato studiato solo nei cani adulti, per i quali è ormai nota la capacità di imparare sia dai loro simili che dagli esseri
umani.
Analizzare lo stesso fenomeno nei cuccioli, però, è molto più interessante, dal
momento che apprendere determinate abilità da piccoli è molto più vantaggioso,
e meno rischioso, che imparare per prove ed errori”. In generale, il fatto che
i cani siano in grado di apprendere anche da individui di un’altra specie è un
caso abbastanza singolare in natura, ed è dovuto al fatto che cani ed esseri
umani si sono evoluti insieme nel tempo.
Il tuo cane ricorda quello che fai
QUESTIONE DI SCATOLE
Per studiare la
questione, l’équipe di ricercatori ha sottoposto 48 cuccioli di otto settimane
a due diversi esperimenti di apprendimento. In particolare, ai cani veniva
mostrata una scatola contenente del cibo, che andava aperta sollevandone il
coperchio, in alcuni casi, o spostandolo lateralmente, in altri. Nel primo
esperimento, i cuccioli guardavano un cane adulto – la loro madre oppure un
individuo sconosciuto – aprire la scatola; nel secondo, i cuccioli osservavano
un essere umano sconosciuto compiere la stessa attività. Un gruppo di
controllo, infine, osservava un altro cane o un essere umano mangiare accanto
alla scatola senza aprirla: “Il gruppo di controllo”, continua Fugazza,
“serviva a escludere che l’eventuale apprendimento dei cuccioli non fosse
dovuto all’osservazione ma semplicemente a una strategia di prove ed errori
oppure alla cosiddetta facilitazione sociale, ossia al fatto che la presenza di
un individuo esterno, a prescindere dalla sua attività, aumenta la curiosità e
la velocità di un cucciolo”.
• UN APPRENDIMENTO CHE DURA NEL TEMPO
Analizzando i filmati degli esperimenti, i ricercatori hanno confermato le
proprie ipotesi. Sia i cuccioli che avevano osservato i loro conspecifici che
quelli che avevano osservato gli esseri umani imparavano ad aprire la scatola
più efficacemente rispetto a quelli del gruppo di controllo, il che indica,
effettivamente, che l’apprendimento sociale è attivo in tenera età e
soprattutto che è una dinamica che avviene anche tra specie diverse.
C’è dell’altro: “Abbiamo notato – dice ancora la ricercatrice, – che i cuccioli
imparavano più rapidamente osservando un cane sconosciuto che non la propria
madre: probabilmente, questo è dovuto al fatto che gli animali sono più
incuriositi da un individuo non familiare, il che aumenta il tempo di
attenzione (44 secondi per il cane sconosciuto, 30 secondi per la madre) e di
conseguenza il livello di apprendimento”.
L’esperimento ha mostrato, infine, che l’abilità appresa si conserva nel tempo:
anche dopo un’ora – un tempo sufficiente a confermare il coinvolgimento della memoria
a lungo termine, spiegano gli autori – i cuccioli erano ancora in grado di
aprire le scatole. I risultati dello studio potranno essere utili per
sviluppare nuovi metodi di addestramento: “Il nostro lavoro”, conclude Ádám Miklósi,
coautore dell’articolo e direttore del Dipartimento di Etologia, “suggerisce
che il metodo più semplice e naturale per insegnare ai cani a svolgere
un’attività è semplicemente quella di mostrargliela e incoraggiarli a ripeterla
Uno studio ha rivelato che i quattro zampe non solo capiscono cosa diciamo, ma che preferiscono il “dog-talk” ovvero lo stesso tono di voce melodico e affettuoso usato con i bambini. Il linguaggio rende il rapporto cane-padrone ancora più speciale.
Storie di complicità e affetto, di domande e risposte ricevute attraverso scodinzoli energici, storie di intimità e giocosità, e di legami che arrivano anche alla somiglianza fisica e di comportamenti. Se siete degli amanti dei cani, sapete che per voi sono molto più di animali domestici. E se con il vostro quattro zampe parlate e dialogate, allora continuate a farlo, perché uno studio ha evidenziato l’importanza della comunicazione nel rafforzare i legami.
Proprio come si parla con i bambini piccoli per fortificare il rapporto tra genitori e figli, così bisognerebbe fare con Fido.
Usando tra l’altro lo stesso tono di voce dolce, complice e pieno di amore che si usa con i bebè. Il cosiddetto “motherese”, il linguaggio della mamma, semplificato e melodico che assomiglia a un tipo di comunicazione non verbale, ma in grado di veicolare emozioni ed affettività.
I ricercatori Alex Benjamin e Katie Slocombe dell’Università di York, nel Regno Unito, hanno verificato quanto parlare con il proprio cane sia utile per rendere speciale la relazione cane-padrone e di come lo sia soprattutto per i primi. Loro con noi comunicano con il corpo, e in particolare con lo sguardo, per ricercare l’approvazione.
Durante lo studio dal titolo «Who’s a good boy?! Dogs prefer naturalistic dog-directed speech» pubblicato sulla rivista Animal Cognition, i ricercatori hanno analizzato l’interazione animale-padrone facendo una serie di test con il coinvolgimento di 30 cani. Durante il primo esperimento, gli interlocutori hanno usato un «linguaggio dei cani», un tono di voce alto e melodico per parlare di argomenti dog friendly come: «Chi è il cane più bello?!», e il «linguaggio degli adulti», cioè quello normale che usiamo per comunicare tra di noi, per messaggi non inerenti agli animali, ad esempio raccontando che erano stati al cinema il giorno prima.
Nel secondo esperimento hanno fatto un mix tra il linguaggio usato e l’argomento veicolato. Ovvero, gli interlocutori hanno usato il «linguaggio dei cani» per parlare di cosa avevano fatto durante la giornata, e quello degli «adulti» per comunicare qualcosa inerente al cane, ad esempio: «Vieni che usciamo a fare la passeggiata!».
«Abbiamo notato che i cani adulti erano più attratti dalle persone che parlavano con un tono di voce emozionale e con contenuti connessi al loro mondo, quindi con il «linguaggio dei cani», e parlando di argomenti «dedicati a loro» – ha spiegato Alex Benjamin, uno dei ricercatori del dipartimento di psicologia dell’Università di York – mentre quando abbiamo mischiato argomenti e registri vocali, non hanno invece mostrato alcuna preferenza».
Questo vuol dire che i quattro zampe non solo capiscono quando parliamo direttamente a loro e di argomenti che li riguardano e che preferiscono essere trattati con lo stesso approccio usato per i bambini piccoli. Insomma, da adesso in avanti, quando qualcuno ci farà presente che trattiamo il nostro cane come se fosse umano, anzi «bambino», potremo rispondere che lo consiglia la scienza.
(fonte vanity fair)
Lo dice la scienza: chi possiede un cane, vive più a lungo e più in salute. E’ questo il risultato di uno studio svedese pubblicato su Scientific Reports (Nature) l’anno scorso
I partecipanti sono stati arruolati nello studio a partire dal 2001, quando in Svezia è entrata in vigore una legge che rendeva obbligatorio registrare il possesso dei cani.
Tutti i partecipanti erano sani all’inizio dello studio e i ricercatori ne hanno monitorato lo stato di salute per oltre 12 anni, registrando tutte le malattie intercorse durante il periodo di osservazione.
I risultati hanno mostrato che i proprietari di cani singoli avevano una riduzione del 33% del rischio di morte e una riduzione dell’11% del rischio di infarto miocardico rispetto ai singoli non proprietari.
Per le persone che vivono da sole, il possesso di un cane può ridurre il rischio di morte per cause cardiovascolari del 36%, rispetto ai singoli individui senza un animale domestico.
“Una scoperta molto interessante nel nostro studio è stata che vivere con un cane era particolarmente importante come fattore protettivo nelle persone che vivono da sole, che sono proprio le persone con il più alto rischio di malattie cardiovascolari e morte rispetto a quelli che vivono in una famiglia composta da più membri familiari.
Un cane, probabilmente, può essere un importante membro della famiglia per le persone sole ed è per questo che, tra la protezione e la compagnia, queste sono le prime a godere dei benefici di condividere la loro vita con un cane.
Anche i proprietari di cani in famiglie di più membri hanno visto dei benefici, anche se in misura minore. Il rischio di morte tra questi proprietari di cani è diminuito dell’11% e le loro possibilità di morte cardiovascolare sono diminuite del 15%, ma il loro rischio di un attacco di cuore non è stato ridotto dal fatto di possedere un cane.”
“Sappiamo che i proprietari di cani in generale hanno un livello più alto di attività fisica, che potrebbe essere una spiegazione dei risultati osservati”
I risultati suggeriscono anche un maggiore benessere sociale e lo sviluppo del sistema immunitario come ulteriore motivo per cui avere un cane offre protezione contro i problemi cardiovascolari malattia e morte.
“Può incoraggiare i proprietari a migliorare la loro vita sociale, e questo di per sé ridurrà il loro livello di stress, che sappiamo assolutamente essere una causa primaria di malattie cardiovascolari e eventi cardiaci. Altre spiegazioni includono un maggiore benessere e contatti sociali o effetti del cane sul microbioma batterico nel proprietario “, dice Tove Fall, autore dello studio e professore associato di Epidemiologia presso il Dipartimento di Scienze Mediche e la scienza per la vita Laboratorio, Università di Uppsala.
l’anima…e ora la scienza ce l’ha confermato!
Chiara Grasso
(fonte Eticoscienza.it)
Insomma, avere un cane che condivide la vita quotidiana con noi può migliorare il nostro umore, i nostri rapporti sociali, la nostra salute fisica, le nostre difese immunitarie, il nostro senso di solitudine e i nostri attacchi al cuore, facendoci sentire più sicuri e più attivi.
Fonte: Eticoscienza.it
Il tuo cane è inappetente o il tuo gatto sembra spento e poco vivace? Potrebbero soffrire di depressione, che è facilmente curabile con l’utilizzo della cannabidiolo
La depressione è un disturbo che colpisce non solo l’essere umano, per cui è diffusa quella post-partum, ma anche i nostri amici a quattro zampe. Non tutti sanno che, infatti, è possibile che il nostro cane sia depresso, così come il nostro gatto. Ma quali sono le cause scatenanti della depressione nel cane o nel gatto? E come è possibile individuarla?
Terapia a base di cannabinoidi: è legale?
Sembra strano sentir parlare di cannabis associata agli animali, eppure il cannabidiolo non psicoattivo è un vero e proprio toccasana per il cane depresso. Come i fiori australiani, la cannabis può rappresentare una valida soluzione naturale in grado di contrastare gli stati depressivi.
Anche il gatto depresso giova di notevoli vantaggi nell’uso della cannabis legale, soprattutto quando la depressione è associata a inappetenza e a un generale stato di apatia simile ai sintomi tipici della depressione reattiva umana. Ovviamente non bisogna pensare alla cannabis nella sua accezione d’uso comunemente “umana”, piuttosto sotto forma di oli essenziali e integratori ad hoc per i nostri amici a quattro zampe. Quando parliamo di CBD (cannabidiolo) s’intende ovviamente il suo uso legale che è infatti prescrivibile anche dal veterinario.
La cannabis è utile solo per la depressione degli animali?
Il cane depresso è innanzitutto un cane inappetente e mogio che risponde raramente agli stimoli dei proprietari e che sembra estraniato dal suo contesto. Anche il gatto depresso presenta più o meno gli stessi sintomi, e come abbiamo visto, questa particolare patologia può migliorare sensibilmente con l’ingresso nel mercato della medicina veterinaria di nuovi farmaci a base di cannabis.
Tuttavia, grazie agli effetti rilassanti del CBD, è possibile applicare questa terapia farmacologica a basi di estratti e oli di cannabis anche per gli animali che presentano una spiccata aggressività. La cannabis è sì rilassante, ma possiede anche effetti antiossidanti e antinfiammatori capaci di calmare stati di profonda agitazione – come nel caso di un post operatorio – e sedare il comportamento rabbioso del gatto o del cane che morde.
Le cause dell’ansia e della depressione nel cane e nel gatto
Il cane è un animale sociale per eccellenza che adora sentire il nucleo e il calore famigliare: quando però lo si lascia solo in casa per molto tempo, potrebbe soffrirne profondamente. Idealmente, il nostro cane dovrebbe uscire almeno tre volte al giorno e riceve stimoli – come quelli del gioco – per rimanere giovane sia fisicamente che mentalmente. Non sempre però questo è possibile, e in alcuni casi il cucciolo sviluppa una vera e propria depressione che lo porta a rimanere ore e ore senza uscire dalla sua cuccia.
Il gatto, rispetto al cane, è molto più sensibile ai cambiamenti: basta un trasloco o un evento di grande impatto – come, ad esempio, la presenza di un neonato in casa – a sconfortarlo. In tutti questi casi, i prodotti a base di olio di cannabis sativa legale possono venire in vostro soccorso.
Ci sono delle controindicazioni?
Come per tutte le terapie farmacologiche, anche per quella a base di cannabidiolo è fondamentale non superare le dosi consigliate dal proprio veterinario. La THC ha pochissime controindicazioni, e nel caso di depressione nel cane o nel gatto i suoi effetti benefici sono evidenti fin da subito. La cannabis può donare un notevole sollievo anche negli animali anziani che soffrono di dolori cronici, artrite e inappetenza.
Fonte: https://www.paginegialle.it/magazine/animali/curare-la-depressione-del-cane-e-del-gatto-con-la-cannabis