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ByBARF Italia Pubblicato Luglio 19, 2018

L’INSUFFICIENZA RENALE NEL CANE

dieta barf

 Prefazione

Quando avvertiamo un piccolo dolore siamo subito pronti a rivolgerci al medico che, valutando ciò che gli diremo e visitandoci, sarà in grado di diagnosticare il nostro disturbo. In campo medico la facoltà della parola è davvero importante. Purtroppo i nostri amici a quattro zampe non hanno questa capacità comunicativa e quindi proviamo un certo senso di impotenza quando intuiamo che non stanno bene, ma non siamo in grado di capire il loro disturbo. Questo articolo è stato preparato per aiutarci a capire quando il nostro cane soffre di un disturbo serio che può compromettere la sua salute in modo irrimediabile.

Insufficienza renale cane : CAUSE

L’insufficienza renale nel cane è una patologia che si sviluppa sopratutto a causa della presenza di mangimi lavorati dalle industrie insieme ad attivi chimici.

Questi additivi, che non vengono digeriti dal cane nella maniera dovuta, sommergono il suo organismo di sostanze tossiche. Tutte queste sostanze vanno poi ad accumularsi nei reni dell’animale, ostacolandone l’ottimale funzionamento.

Le cause possono essere anche altre, come ad esempio l’impiego di insetticidi nocivi o l’abuso di farmaci.

COSA ACCADE AI RENI ?

In pratica i reni non lavorano più, non essendo più in grado di filtrare le sostanze di scarto. Di conseguenza si viene a creare un’alterazione in quella che è la composizione dei liquidi organici, in particolar modo del sangue.

L’alimentazione per cani affetti da insufficienza renale cronica deve essere ricca di acidi grassi omega tre e di amminoacidi.

Da un punto di vista medico avviene un impoverimento del sangue, che vedrà una forte diminuzione di elettroliti (si tratta di sodio e potassio), con conseguente aumento di sostanze dette azotate e di scarto. Queste sostanze in condizioni normali sarebbero eliminate attraverso le urine (come urea e creatinina).

Non essendo i reni più in grado di filtrare e concentrare le urine, queste risulteranno molto più abbondanti e frequenti.

Per compensare la perdita di liquidi il cane tenderà a bere più del solito.

Questo comportamento potrebbe aiutarci ad avvertire l’insufficienza renale nel nostro cane.

 

IL RUOLO DEI RENI

I reni, negli animali come anche negli esseri umani, hanno un ruolo di vitale importanza.

Nel caso iniziassero a non funzionare dovutamente verrebbero meno alla loro funzione di drenaggio.

Con tale disfunzione i reni eliminerebbero solo l’acqua trattenendo nell’organismo le sostanze tossiche che inevitabilmente finirebbero nel circolo sanguigno.

L’insufficienza renale nel cane può assumere due forme, una detta “acuta” (IRA) e una detta “cronica” (IRC).

In pratica nella forma acuta i reni smettono in modo abbastanza repentino di funzionare, causando quello che viene comunemente chiamato blocco renale.

E’ più facile da diagnosticare perché il cane ridurrà drasticamente la produzione di urina.

La forma cronica invece è più difficile da diagnosticare perché si manifesta in maniera progressiva. Quest’ultima forma di insufficienza porta il cane all’uremia, la condizione di presenza nel sangue di urea e altri prodotti di scarto.

Le conseguenze sull’organismo sono gravissime, potendo arrivare a creare problemi di anoressia, nausea, prurito, e blocco totale delle vie urinarie nella fase terminale.

 

Insufficienza renale cane : SINTOMI

Non è facile capire in anticipo se il nostro cane soffre di questo disturbo.

L’elenco che segue darà un’idea di alcuni indicazioni o segnali che potremmo notare.

  •  dimagrimento
  • aumento nella frequenza urinaria
  • eccessiva sete
  • forte stanchezza e apatia
  • mancanza di appetito
  • alito cattivo con odore di urina

ECCO COME DIAGNOSTICARE IL DISTURBO

Per avere la certezza che Fido soffra di un disturbo renale sono indispensabili diagnosi di laboratorio.

Si procederà con un esame del sangue e con l’esame delle urine. In alcuni casi potranno essere necessarie anche radiografia e ecografia.

LA TERAPIA

In primo luogo si dovranno attuare delle strategie alimentari diverse da quelle a cui è abituato l’animale.

Niente sodio, pochi fosfati e poche proteine. Queste ultime non saranno eliminate del tutto perché un cane resta comunque un carnivoro.

La carne servita come pasto dovrebbe essere fresca e di buona qualità, meglio se cruda, al fine di risultare maggiormente digeribile.

Va limitato il pesce, perché ha un alto contenuto di fosforo.

Volendo si potrebbero aggiungere alla carne dei cereali come farro o riso (purché in quantità ridotte), oppure verdure come zucchine e carote.

Per quanto riguarda gli integratori, che in alcuni casi possono rivelarsi utili fate riferimento al vostro veterinario di fiducia.

In commercio potrete trovare alimenti terapeutici per cani con problemi di insufficienza renale.

Tali prodotti non sono sempre adatti, quindi l’invito è sempre quello di stabilire una dieta con l’aiuto del proprio veterinario.

Un’alimentazione sana può aiutare il nostro amico fedele a stare meglio, rallentando lo svilupparsi della malattia.

Se il vostro cane è affetto da un disturbo renale non perdete le speranze, ci sono cani che grazie alle amorevoli cure dei loro padroni riescono a vivere una vita serena a dispetto della malattia.

In conclusione, è vero che i cani non parlano, ma se siamo attenti ai loro comportamenti possiamo capire il problema che hanno e dare tutto l’aiuto necessario .

Alimento naturale Barf, aiuta a supportare la funzionalità renale in caso di insufficienza  cronica o temporanea. E’ un alimento dietetico completo con bassa concentrazione di fosforo e un ridotto apporto di proteine ma di elevata qualità e tollerabilità.

Il Barf Renal è un prodotto naturale NON contiene additivi o conservanti chimici che non vengono digeriti dal cane nella maniera dovuta, queste sostanze vanno ad accumularsi nei reni dell’animale ostacolandone l’ottimale funzionamento. Prodotto adatto anche per gatti adulti.

INGREDIENTI

Carne di vitello (polpa magra), Albume in polvere, Farina di riso,  FOS (fruttoligosaccaridi da polpa di cicoria), Olio di salmone, Acqua

USO  E DOSI

Alimentare il cane con una quantità di cibo pari al 3 % del suo peso corporeo, si consiglia di somministrarlo in 2 volte al giorno .

ByBARF Italia Pubblicato Luglio 16, 2018

I cani percepiscono le cattive persone a vista, prima dell’ essere umano. Lo afferma una ricerca

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I cani quando avvistano persone estranee in alcuni casi abbaiano senza un motivo apparente, in altri non accennano a nessun segno di reazione.

Merito del loro istinto animale infallibile, i cani, infatti, solo nel guardare una persona, sono in grado di capire se ha buone intenzioni o meno nei suoi confronti, in quelli del proprio padrone o di altre persone. Ciò è dimostrato da una ricerca effettuata presso l’Università di Hokkaido, in Giappone.

In questa ricerca sono state analizzate le reazioni dei cani a seconda degli atteggiamenti delle persone con cui si stavano relazionando, tramite delle prove. Ad esempio una tra le tante prove consisteva in due persone che dovevano cercare di aprire un contenitore.

Tale prova è stata divisa in due scene: nella prima scena una persona rimaneva a fissare passivamente il contenitore fingendo di non sapere come fare per aprirlo, mentre l’altra cercava di prestargli il suo aiuto.

Nella seconda scena invece la prima persona si dimostrava sempre passiva e il suo compagno in questo caso negava il suo aiuto.

Alla fine della prova tutte e quattro le persone si sono avvicinate ai cani e si è riscontrato che il comportamento verso entrambi i protagonisti della prima prova che si erano aiutati a vicenda era del tutto positivo. Mentre con quelli della seconda prova i cani cercavano di stare alla larga, in particolare di non farsi avvicinare dalla persona che aveva rifiutato il suo aiuto all’amico, assumendo quindi un atteggiamento sgradevole.

Da questa prova si è potuto appurare che i cani riescono addirittura a giudicare un comportamento altrui se giusto, poco solidale o cattivo, e si comportano di conseguenza. Dai loro gesti riescono a far capire cosa pensano di una persona.

La loro abilità non finisce qui,  infatti i cani riescono anche a capire il nostro stato d’animo, se stiamo male, se siamo arrabbiati o felici.
In questo caso però tale abilità non è data dal loro sesto senso, ma dal loro olfatto, perché il nostro odore può cambiare secondo lo stato d’animo attraverso i feromoni.

Insomma l’essere umano per un cane è come un libro aperto, forse è l’unico essere vivente a cui sarebbe inutile raccontare bugie o apparire ciò che non siamo.

 

http://www.paradisefruit.altervista.org

ByBARF Italia Pubblicato Luglio 16, 2018

Il vicinato rompe? “Abbaiare è un diritto del cane”. Lo stabilisce un giudice!

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Il vostro cane abbaia? È un suo sacrosanto diritto! Lo stabilisce una sentenza firmata da Giancarlo De Filippis, un giudice del Tribunale di Lanciano, in provincia di Chieti, che dichiara che i due cani della famiglia citata in giudizio dai vicini di casa avevano tutto il diritto di abbaiare perché, di fatto, in questo modo loro svolgevano una funzione di guardia e di sicurezza sul territorio in cui risiedevano. In quel specifico caso (i fatti risalgono a una sentenza sancita nel giugno 2012, come riportato dal quotidiano locale Il Centro), il giudice ha stabilito che si trattava di un vero e proprio “stalking giudiziario” nei confronti della famiglia. I due cani di Treglio, un pastore tedesco e un Bracco, erano accusati di abbaiare troppo e disturbare i vicini. Per giustificare la sua decisione, il giudice ha fatto riferimento agli articoli 544 bis e seguenti del Codice penale, all’art. 5 della legge 189 del 2004 e alla ratifica della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, che stabilisce l’obbligo morale dell’uomo di rispettare tutte le creature viventi.

Questa sentenza è una vera conquista nella tutela dei diritti dei nostri amici a 4 zampe. In questo modo vengono riconosciuti i loro diritti e rispettata la loro natura. Bisogna dire, però, che anche i proprietari di cani devono avere rispetto degli altri. Avere un cane non significa lasciarlo per ore e ore da solo su un terrazzo o in un giardino, senza curarsene del suo benessere. A volte, questi cani sono molto infelici ed esprimono il loro disagio abbaiando.

 

In altri casi, i cani sono semplicemente mal educati. La soluzione per i padroni di cani che abbaiano eccessivamente è un educatore cinofilo. Un professionista saprà sicuramente dare loro i consigli giusti.

 

Ricordiamo, però, che la nostra libertà finisce dove comincia quella degli altri. La legge che riguarda questo problema è l’art. 659 c .p. (Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone). Nel testo di legge c’è una precisazione importante: l’abbaiato dell’animale non deve superare i limiti di tollerabilità. Ma qual’è il limite di tollerabilità? Anche qui è il buon senso che deve dettare legge.

 

Per garantire un futuro migliore ai nostri amici a 4 zampe e per non esporre loro ad alcun rischio (i vicini molestati potrebbero provare ad avvelenare l’animale che li disturba) è opportuno che i proprietari di cani riescano a farli accettare agli altri adottando le misure o altri strumenti educativi ritenuti opportuni (come i corsi di addestramento anti-abbaio) per una pacifica convivenza.

 

FONTE: pianetadonna.it

ByBARF Italia Pubblicato Luglio 7, 2018

Dieta Barf nel Gatto

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L’idea della dieta BARF per gatti è far seguire all’animale un’alimentazione il più simile possibile a quella che seguirebbe se vivesse libero, quindi è basata su carne cruda, ossa, viscere e una piccola porzione di vegetali crudi. Mangiando in questo modo, il gatto avrà tutto ciò di cui ha bisogno per essere sano e crescere senza problemi. Inoltre, grazie a questo tipo di dieta, si evitano gli effetti negativi dei cibi processati, come l’assunzione di sostanze chimiche e farine o lo sviluppo di allergie e intolleranze. Inoltre, in questo modo, è possibile evitare l’obesità.

Dopo che Billinghurst pubblicò la sua teoria, molti veterinari, ricercatori e, con il tempo, anche sostenitori di uno stile di vita organico, hanno deciso di far seguire la dieta BARF ai propri gatti, promuovendo e diffondendo questo modo naturale per dare da mangiare agli animali perché più naturale e adatto.

 

Perché difendere la dieta BARF?

La filosofia che giace dietro a questo tipo di alimentazione per il gatto si rifà al fatto che la struttura del gatto è la stessa di sempre, anche se è stato addomesticato. È per questo motivo che lo stomaco del gatto assimila ed elabora meglio le proteine piuttosto che i carboidrati, componente di cui è ricco il cibo lavorato.

Inoltre, le sostanze chimiche e i grassi contenuti nel cibo lavorato possono essere causa di alcune malattie nei gatti, come pancreatite e calcoli renali, casi in cui si consiglia di apportare dei cambiamenti nell’alimentazione del gatto. In questo caso, la dieta BARF è un’ottima opzione.

 

Come elaborare una dieta BARF per gatti?

Fra il 60 e l’80% del cibo del gatto deve essere composto da carne cruda, pollo o tacchino, con ali, collo, ecc. Sono il 10% deve essere costituito da verdure crude grattugiate come carote, sedano e zucchine e alcuni frutti. Ricorda che c’è della frutta e verdura adatta ai gatti, mentre altri tipi possono risultare tossici per cui non darglieli mai per evitare intossicazioni e spiacevoli incidenti.

Inoltre è necessario aggiungere fra un 15 e un 20% di carne di agnello, anatra o coniglio per esempio un paio di volte a settimana; pesce e interiora (cuore, fegato, reni, ad esempio) una volta a settimana; circa 5 uova a settimana e alcuni integratori di vitamine se il veterinario lo ritiene opportuno. Fra gli integratori necessari indubbiamente c’è la taurina, componente essenziale per la dieta del gatto che deve prendere tutti i giorni. L’idea è mischiare tutti gli ingredienti senza cuocerli e dare al gatto circa due porzioni al giorno. Se si tratta di un gattino, invece, i pasti dovranno essere quattro.

Evita la carne cruda di maiale, le piante crocifere e un eccesso di amidi, farine e cereali. Il pesce deve essere congelato prima di essere usato per uccidere eventuali batteri. Se si vuole si può adottare la stessa misura anche con il resto degli alimenti di origine animale. Le ossa devono essere sempre crude e con un po’ di carne perché da cotte possono rompersi e far soffocare l’animale.

 

Esempio di dieta BARF per gatti

Se vuoi iniziare a far seguire una dieta BARF al gatto, di seguito ti indichiamo quali sono le dosi esatte:

  • 1/2 chilo di carne di pollo o tacchino, fra petto, ali, ecc.
  • 400 grammi di cuore di bovino, pollo o agnello
  • 200 grammi di fegato di pollo
  • 300 grammi di verdure grattugiate (zucchine, carote e zucca)
  • 1 uovo
  • olio di pesce

Preparazione della dieta BARF per gatti

Trita bene la carne e le ossa. Puoi farlo in casa o farlo fare quando compri la carne. Metti tutto in un recipiente e aggiungi il cuore, le verdure e l’uovo. Mischia bene in modo che la carne e i vari ingredienti si amalgamino. Puoi aggiungere dell’olio di pesce, fonte di omega 3 prestando attenzione al peso del gatto per stabilire le dosi. Ad esempio puoi usare l’olio di salmone.

Fai delle porzioni che corrispondono a ciascun pasto e metti in congelatore. La sera prima scongela le porzioni del giorno successivo in modo da darle al gatto a temperatura ambiente. In questo modo potrai variare gli ingredienti, usando, ad esempio, pesce al posto del fegato. Se non hai il cuore a disposizione, aggiungi un integratore di taurina. Alterna anche le verdure usate.

Se preferisci usare gli integratori di taurina, puoi aggiungerla direttamente nella ciotola quando dai da mangiare al micio per evitare l’ossidazione degli ingredienti e sia più facile calcolare la quantità necessaria a seconda del peso dell’animale.

Non usare nessun tipo di condimento, compresi sale, olio, salse, aglio, cipolla o porri. Il gatto non ha bisogno di questi alimenti e, inoltre, potrebbero essere tossici.

 

Benefici della dieta BARF per i gatti

I benefici della dieta BARF per gatti sono diversi ed è importante conoscerli se stai pensando di cambiare la dieta del tuo amico a quattro zampe. Di seguito ti elenchiamo ii più evidenti:

  • Il gatto seguirà un’alimentazione naturale, simile a quella dei felini selvaggi, ricca delle sostanze nutritive di cui ha bisogno (proteine, taurina, grassi, vitamine e amminoacidi) e priva degli effetti negativi che può avere il cibo elaborato a causa delle sostanze chimiche, i conservanti e la percentuale elevata di farina e cereali.
  • Si evitano problemi come sovrappeso, obesitàe pigrizia.
  • Il pelo sarà più brillante.
  • Le articolazioni saranno più sane, meno predisposte alle malattie.
  • Senza carboidrati le feci non saranno maleodoranti.
  • Il gatto sarà più attivo.
  • Il cibo crudo contiene grandi quantità d’acqua, per cui non preoccuparti se il gatto bene di meno.

Se vuoi far seguire al tuo gatto la dieta BARF, consulta il veterinario per sapere le porzioni esatte e gli integratori di cui ha

Bisogno.

 

FONTE: www.animalpedia.it/dieta-barf-per-gatti-1397.html

ByDaniela Barfista Pubblicato Giugno 11, 2018

Soccorso cani e abbandono

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SOCCORSO ANIMALI FERITI O ABBANDONATI

Siamo ormai prossimi al periodo estivo, si avvicinano le ferie tanto attese e in questo periodo aumentano le persone in viaggio e purtroppo anche l’abbandono degli animali. Nonostante le moltissime campagne di sensibilizzazione sull’argomento ogni anno si stima che vengano lasciati sul bordo di una strada una media di 50.000 cani e 80.000 gatti, cifre raccapriccianti. L’abbandono non riguarda solo i cani ed i gatti, ma di recente ha colpito sensibilmente anche specie cosiddette esotiche, la cui detenzione era stata sottoposta a regolamentazione severa comprendente il divieto di detenzione di talune specie e l’obbligo di denuncia di altre invece consentite. Anche al di là dei picchi di abbandono registrati subito dopo l’ordinamento però, le specie esotiche sono anch’esse interessate dal fenomeno. Molti rettili sono abbandonati in giardini e parchi pubblici, o nei corsi d’acqua e ciò può causare conseguenze negative alla fauna selvatica locale.
In Italia l’abbandono è vietato i sensi dell’art. 727 del codice penale che al primo comma recita: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro ».
Inoltre, secondo il Ministero della Salute italiano, «chi abbandona un cane, dunque, non solo commette un illecito penale (Legge 20 luglio 2004, n. 189), ma potrebbe rendersi responsabile di omicidio colposo quando gli animali abbandonati provocassero incidenti stradali mortali
COSA PUOI FARE TU?
Se assisti a un caso di abbandono, fai sentire la tua voce, e denuncia alle forze dell’ordine i colpevoli.
Chi trova un cane abbandonato deve denunciarne il ritrovamento presso le Forze di Polizia oppure può chiamare il 118 e rivolgersi al Servizio Veterinario dell’Azienda Usl, reperibile 24 ore su 24, sette giorni su sette. Questo passaggio è necessario, anche se s’intende adottare il cane, per accertare lo stato di abbandono ed escludere casi di appropriazione indebita.

NON CI SONO SCUSE ALL’ABBANDONO DEGLI ANIMALI

L’abbandono degli animali è una pratica abietta che nessuna motivazione può giustificare.
Nelle zone culturalmente progredite il fenomeno si è drasticamente ridotto, sino al punto di non rappresentare più un’emergenza.
Nei Paesi di fascia intermedia come l’Italia, invece, ancora oggi si detengono animali senza possedere però la cultura necessaria per gestirli. L’Italia è indietro nella reale adozione di misure a tutela degli animali ed è arretrata anche la visione su cui si basa ora detta tutela.

Adottare un animale, una scelta consapevole.

La scelta di prendere con te un animale è una scelta che ti cambia la vita.
Un animale non è un peluche: ha delle esigenze che devono essere rispettate tutti i giorni, a tutte le ore, in tutte le stagioni. Non esiste l’avere altro da fare, non esiste il non fare passeggiate perché c’è freddo e sta piovendo.
L’abbandono degli animali è troppe volte conseguenza di mancata informazione su cosa vuol dire avere a che fare con un essere vivente che ha il suo carattere e delle necessità. Spesso la scelta di un’adozione è fatta perché attratti da un musetto da accarezzare, e non con una reale presa di coscienza di tutti i “sacrifici” e i cambiamenti che un animale comporta. Un animale ti cambia la vita, in meglio, in tutto. L’amore che ricevi è incommensurabile, ma devi meritartelo.

ByBARF Italia Pubblicato Giugno 11, 2018

DIETA BARF: GUIDA PRATICA PER L’ALIMENTAZIONE

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Non è possibile preparare un programma alimentare che soddisfi le necessità di ogni singolo soggetto perché ogni cane è diverso, sarete voi a dover osservare con attenzione il vostro animale e se necessario adattare la dieta alle sue esigenze. Non c’è la necessità di dover somministrare a ogni pasto tutte le sostanze nutritive. L’equilibrio si raggiunge nell’arco di tempo di molte settimane come del resto accade in natura.

La cosa fondamentale è che il cane mangi in maniera variata. I problemi si vedono più spesso in animali nutriti con un’alimentazione sempre uguale, ad esempio solo carne di pollo oppure carote come unica fonte vegetale.  Il passaggio alla Barf deve avvenire in modo netto, si dovrebbe fare il digiuno al posto dell’ultimo pasto di crocchette e iniziare con il crudo.

Per i cani adulti con una normale attività fisica i nutrizionisti consigliano una quantità’ di cibo pari al 2% del peso corporeo, può arrivare al 4% in base al tipo di vita dell’animale. Di questo 2-4%, circa 80% deve essere di origine animale (carne, ossa polpose, trippa, frattaglie) e circa il 20% di origine vegetale (verdura, frutta.)

Una volta la settimana bisognerebbe alimentarli senza carne, e senza ossa somministrando soltanto frutta e verdura o addirittura fare un giorno di digiuno. Se il cane tollera male il digiuno, basta rinunciare alla carne una volta alla settimana come detto in precedenza.

Si dovrebbe iniziare somministrando al cane un solo tipo di proteina, ad esempio tacchino o coniglio o agnello, per una settimana senza aggiungere verdura. Trascorso questo tempo e se il cane non mostra segni d’intolleranza si aggiunge la trippa verde e si continua per qualche altro giorno, di seguito le ossa polpose, le frattaglie e infine la verdura. Possiamo dire che nell’arco di un mese, il cane dovrebbe aver inserito ogni cosa nella sua nuova alimentazione.

In aiuto di quei proprietari che non hanno tempo di preparare la ciotola barf con i vari ingredienti la Ditta BarfItalia.it  ha formulato dei prodotti  già completi di ogni elemento nella giusta misura. Per iniziare ad esempio come spiegato sopra, si consiglia il macinato di agnello privo di ossa quindi una proteina di facile digestione, a seguire si può far uso del Barf Best, un altro prodotto contenente agnello e trippa verde, quindi come secondo ingrediente da inserire la trippa verde è perfetta, per arrivare infine al prodotto completo che contiene anche ossa macinate e frattaglie, questo da acquistare quando il cane ha già trascorso il periodo di adattamento alla proteina iniziale. Ci sono però anche prodotti singoli e interi, per quei proprietari che preferiscono invece comporre le ciotole con ogni singolo elemento, come ad esempio i colli di tacchino interi o di pollo, le polpe senza ossa, la trippa verde macinata o intera, le quaglie, da non dimenticare il pesce ricco di omega 3. Beh che dire, non avete più scuse armatevi di coraggio e iniziate, il vostro amico ve ne sarà grato.

Prima di iniziare si consiglia la lettura dei manuali di alimentazione naturale che trovate nel sito.

LO STAFF.

ByBARF Italia Pubblicato Maggio 30, 2018

Pet therapy

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Il termine pet therapy è stato inventato dallo psichiatra americano Boris Levinson nei primi anni 60 e significa letteralmente “ terapia dell’animale d’affezione”. Si tratta di una terapia di supporto alle cure farmacologiche che sfrutta la positività della vicinanza di un animale ad un malato. Lo psichiatra durante una seduta con un bambino autistico, si accorge che la vicinanza del suo cane lo aiuta ad interagire con lui durante le terapie ed invoglia il bambino a giocare. Levinson dimostra inoltre che la vicinanza di un animale migliora di molto l’autostima delle persone. Oggi la Pet Therapy viene praticata con l’ausilio di parecchie specie animali, in primis c’è il cane seguito dal gatto, il cavallo, il coniglio, la mucca e i delfini. Ma perché il cane é al primo posto? Perché da sempre é il migliore amico dell’uomo, è l’animale che più interagisce con l’essere umano e con il quale instaura un legame  intenso e duraturo. Il cane ha inoltre la capacità istintuale di non mettere in atto alcun meccanismo psicologico difensivo, non giudica, non rifiuta, si dona completamente e non ha nessun pregiudizio. La sua vicinanza diminuisce il battito cardiaco, calano le ansie e le paure, sa leggere il linguaggio del corpo, percepisce i diversi stati d’animo dell’uomo,ama giocare e facilita nel malato la riscoperta della vivacità e la socialità. Nella maggior parte dei casi vengono attivati interventi con persone anziane, bambini, malati psichiatrici e disabili. I cani che vengono  impiegati nella Pet Therapy  devono avere dei requisiti comportamentali ben precisi, devono essere totalmente privi di aggressività sia verso l’uomo che verso i  propri simili, devono essere molto socievoli e non spaventarsi se circondati da estranei in luoghi a loro non familiari inoltre devono possedere parametri veterinari ben precisi, per questo vengono sottoposti a periodici controlli sanitari per escludere qualsiasi tipo di malattia trasmissibile all’essere umano. Vengono preparati alla loro missione fin da cuccioli nell’allevamento di provenienza, sono scelti già dalla 8/10 settimana di vita osservando ogni cucciolo da solo, usando specifici test caratteriali le cui risposte vengono annotate e valutate. Requisito fondamentale è la relazione tra il cane e il suo conduttore, soltanto questo legame permette la  buona riuscita di un trattamento. Il conduttore è colui  che lo ha addestrato e che deve essere necessariamente presente ad ogni seduta di terapia con il malato. Le razze  canine che più facilmente si prestano per questi interventi sono il Golden Retriver, il Labrador e il Pastore Tedesco. Vengono sconsigliati invece cani di piccola taglia in quanto potrebbero facilmente stressarsi se circondati  da molte persone e soprattutto da bambini. L’Italia è il primo paese ad aver ufficializzato questo tipo di terapia. Esistono enti e associazioni sparse in tutto il territorio nazionale che tengono corsi di Dog Therapy. Realtà che operano ormai da tempo sono l Ospedale Niguarda di Milano, il Meyer di Firenze e il Salesi di Ancona.

ByBARF Italia Pubblicato Maggio 30, 2018

I cani da soccorso

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Negli ultimi tempi purtroppo la natura ci fa assistere sempre più spesso a catastrofi come il recente terremoto che ha colpito le marche e vedere le devastanti immagini  dopo  un’ alluvione, una valanga e di seguito gli uomini della protezione civile affiancati dai loro fedeli cani che scavano tra le macerie ininterrottamente,  in acqua o sotto cumuli di neve con la speranza di estrarre e portare in salvo superstiti purtroppo però a volte con esiti negativi. L’unita’ cinofila di soccorso e’ un binomio formato da un cane e dal suo conduttore. Si utilizza il cane poiché ha un fiuto eccezionale, superiore di molto a quello dell’essere umano. Le razze più utilizzate per la ricerca ed il soccorso sono il Pastore Tedesco , il Terranova, il Pastore belga, il Border Collie, il Golden Retriver e il Labrador. L’addestramento del cane da soccorso inizia quando  è ancora  cucciolo, la sua socializzazione è fondamentale e dovrà essere fatta con quante più persone possibili poiché  dovrà imparare a rimanere completamente indifferente a chi lo accarezza, lo avvicina ed imparare  ad interagire soltanto con i volontari che lo premiano quando trova, con carezze e bocconcini premio. Il vero e proprio lavoro però avverrà dopo i 6 mesi, in questo periodo inizierà ad effettuare brevi e facili ricerche. Per l’addestramento vengono sempre usati  metodi non coercitivi ma basati sul gioco ed è bene che il suo conduttore impari a riconoscere nel proprio cane segnali di noia o quando non è più interessato al lavoro che svolge sospendendo temporaneamente l’attività. E’ di enorme importanza creare un rapporto di massima fiducia fra il cane e il suo conduttore tale da far compiere all’animale gesti di eroismo puro. I cani da soccorso sono molto attenti, si sforzano di dare il massimo, sono quasi consapevoli ed orgogliosi di se stessi per il lavoro che sono chiamati a svolgere. Sono molto robusti, hanno una grande resistenza fisica che li aiuta a sopportare le avversità che si presentano durante le lunghe ed estenuanti ore di lavoro. Ultimamente abbiamo assistito ad Amatrice, alle gesta di Corso, un labrador di quattro anni, che ha ritrovato un’intera famiglia sotto le macerie purtroppo non in vita. In base alla loro formazione ed esperienza, i cani possono essere cani da fiuto o da ricerca . Possono anche essere classificati a seconda che siano addestrati a discriminare odori ben precisi, e quindi a cercare una specifica sostanza, oppure a seguire qualunque odore venga loro sottoposto per esempio dopo aver ricevuto un campione di odore di una persona.

Nel 1974 fu addestrato il primo cane per la ricerca di cadaveri da parte del dipartimento di polizia di New York. Da allora, ai cani da cadavere può essere chiesto sia di esplorare grandi aree alla ricerca di resti, per esempio intorno ai luoghi di incidenti aerei, oppure in spazi confinati, per cercare indizi sul luogo di un omicidio. I cani da valanga lavorano, attraverso il fiuto, in modo simile, ma devono essere bravi a passare velocemente da scenari selvaggi a luoghi con edifici o macerie, perché per sua natura una valanga copre indistintamente ogni cosa.. I più bravi riescono a sentire uomini sprofondati anche quattro metri sotto la neve.

FONTE

ByBARF Italia Pubblicato Maggio 30, 2018

Il cane e la legge: articoli e norme utili

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È fondamentale che chi possiede un cane conosca la legge che tutela i diritti e regola eventuali obblighi: ecco perché “Il cane e la legge: articoli e norme utili” vuole essere una breve descrizione di quelle principali.
Il maltrattamento degli animali, viene punito dall’Articolo. 727 del Codice Penale, il quale, modificato con la Legge n. 189 del 20 luglio 2004, prevede che: «Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze». L’Art. 544-ter specifica che: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro». La stessa pena è prevista per chiunque rechi danno alla salute di un animale (che sia o no di un proprietario), e viene raddoppiata qualora il danno determini la morte dell’animale.
Dal 1 novembre 2011 è inoltre in vigore la normativa che vieta il taglio di orecchie e coda a fini estetici. La violazione di tale divieto è punita con una multa variabile da 5.000 a 30.000 euro o con la reclusione da tre a diciotto mesi, ai sensi dell’Articolo. 544 del Codice Penale.

Per i proprietari

– Recita l’Articolo.1 della legge quadro in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo (Legge 281/1991): «Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali d’affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti e il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente». La tutela degli animali d’affezione è regolata anche da leggi regionali; inoltre ogni comune può emanare ordinanze a riguardo.

– L’Articolo.3, comma 1 della legge quadro prevede «L’istituzione dell’anagrafe canina presso i comuni o le ASL, nonché le modalità per l’iscrizione a tale anagrafe e per il rilascio al proprietario o al detentore della sigla di riconoscimento del cane, da imprimersi mediante tatuaggio indolore». Dal 2005 l’obbligo del tatuaggio è stato sostituito dall’applicazione di un microchip contenente il codice identificativo del cane. È quindi obbligatorio per chi possiede un cane provvedere alla sua registrazione entro il secondo mese di vita presso l’anagrafe canina del comune di appartenenza. Il certificato di iscrizione a tale anagrafe dovrà poi accompagnare sempre il cane durante i suoi trasferimenti o cambi di proprietà.
– L’Articolo.5 della legge quadro di cui sopra prevede le sanzioni e precisamente: «Chiunque abbandona cani, gatti o qualsiasi altro animale custodito nella propria abitazione, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da lire 300.000 a lire 1.000.000 ». (Si ricorda che l’Art. 51 del decreto legislativo 24 giugno 1998 n. 213 recita: «A decorrere dal 1° gennaio 2002 ogni sanzione penale o amministrativa espressa in lire nelle vigenti disposizioni normative è tradotta in euro secondo il tasso di conversione irrevocabilmente fissato ai sensi del Trattato.» [n.d.A.])
– L’Articolo.2052 del Codice Civile riguarda i danni da animali e sancisce che: «Il proprietario di un animale o chi lo ha in custodia è responsabile dei danni causati dall’animale, sia che esso fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salva sempre la prova del caso fortuito». L’Ordinanza per la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani (in vigore dal 23 marzo 2009) stabilisce che il ruolo del proprietario del cane è fondamentale nella prevenzione di eventuali aggressioni da parte dell’animale a persone terze ed è responsabile anche penalmente, oltre che civilmente, di eventuali danni a cose e persone da essi provocati, anche quando il cane è stato affidato a persone terze.
I cani hanno inoltre l’obbligo di uso del guinzaglio quando sono condotti in ambienti urbani e aperti al pubblico (fanno eccezione aree appositamente dedicate). Il proprietario dovrà inoltre avere sempre con sé una museruola (del tipo rigido o morbido) da far indossare al cane in caso di necessità

Fonte

ByBARF Italia Pubblicato Maggio 30, 2018

Le allergie nel cane

dieta barf

Anche gli animali soffrono di allergie ed è importante capire cosa disturba il loro organismo per salvaguardare la loro salute e, talvolta, la loro vita. L’allergia consiste in una reazione negativa del sistema immunitario, rispetto ad un agente esterno, solitamente innocuo ma individuato come nemico.
Si può trattare di un alimento, come di una sostanza dispersa nell’aria (i pollini) o la puntura di un insetto. È importante dunque prestare attenzione ai sintomi e all’ambiente circostante quando questi si manifestano.

Quali sono i sintomi dell’allergia negli animali?

Si manifestano con lacrimazione degli occhi e/o difficoltà respiratorie, prurito e desquamazione della cute, naso gocciolante e starnuti. Oppure vomito e diarrea. Anche nei gatti possono inoltre sussistere delle malattie autoimmuni, seppur rare, ovvero la reazione del sistema immunitario contro alcune cellule dello stesso animale.

Per poter aiutare l’animale in modo efficace è necessario eseguire una visita clinica approfondita, in quanto le terapie da prescrivere variano notevolmente in base alle cause individuate. A seconda della malattia concomitante, potrebbe essere sufficiente sottoporre il paziente a un trattamento dei parassiti per eliminare il prurito. In altri casi, è necessaria la somministrazione di farmaci per un periodo di tempo più lungo per migliorare lo stato di salute e la qualità di vita dell’animale.

L’atto del grattarsi se protratto può causare un danno cutaneo.

Con esami specifici, il tuo veterinario può accertare la malattia.

Allergie: per saperne di più

L’allergia alimentare

Possono sviluppare allergia ad alcuni alimenti o sostanze in essi contenute. I più frequenti: pollo, il pesce, il mais, il grano e la soia. In genere si evidenzia con una eruzione cutanea localizzata sulla testa, sul collo e la schiena tutta, con correlato ed intenso prurito. A volte sono coinvolte anche le orecchie e possono gonfiarsi gli occhi. Non di rado si assiste anche ad una intensa perdita di pelo.

La dermatite atopica

Quando si parla di dermatite atopica ci si riferisce ad una condizione patologica della pelle causata dalla inalazione di alcuni allergeni liberi nell’aria (come i pollini, la polvere o le muffe). Spesso è stagionale ed i sintomi non sono sempre eguali. Comprendono comunque un prurito localizzato alla testa e al collo, eruzioni cutanee di vario genere sulla schiena e la perdita di pelo simmetrica provocata

 

dall’eccessivo e continuo leccarsi e grattarsi. Chiaramente la dermatite atopica è difficile da distinguere dalle altre” malattie cutanee allergiche, come quelle provocate dalla puntura di un insetto o parassita, da allergia alimentare o da contatto.

 

FONTE

prova